Società Sportiva Porto Recanati
STORIA
La Società Sportiva Portorecanati viene fondata nel 1919, come Polisportiva Adriatica. Rappresenta quindi una delle realtà più antiche del calcio marchigiano, dietro solo all’Ascoli e alla Vis Pesaro e prima di altre gloriose società quali la Maceratese, l’Osimana, la Recanatese e tante altre.
Nei primi anni ’20 disputa il campionato di terza divisione, categoria istituita su base regionale come terzo livello del calcio italiano. I colori sociali sono l’arancione e il blu, con predominanza del primo, richiamando i colori dello stemma della città.
Dopo l’interruzione dell’attività nella fase più acuta del conflitto mondiale, si presenta ai nastri di partenza della serie C nella stagione agonistica 1945-46.
Misurarsi con squadre del calibro del Perugia, Chieti, Maceratese, Ascoli, Gubbio, tanto per citarne alcuni, per una cittadina di 5.000 abitanti rappresentava un qualcosa di unico ed emozionante. Nonostante ciò riuscì a conseguire uno straordinario terzo posto, ad un solo punto dal Foligno, tra l’altro sconfitto nel turno casalingo. Un paio di stagioni dopo, a causa della riforma dei campionati di serie C, il Portorecanati rinunciò al campionato di promozione interregionale e disputò il campionato di prima divisione regionale dal quale passò, nel 1952, al campionato di promozione (non più interregionale).
Per diversi anni venne disputato questo campionato nel quale brillarono diverse stelle quali Beniamino Di Giacomo, che avrebbe poi indossato le casacche della Spal, del Lecco, del Torino, del Napoli dell’Inter, del Mantova e del Cesena, Stelvio Attili, che lasciò la sua città per trasferirsi alla Triestina e al Potenza in serie B, Luciano Panetti, mitico portiere della Roma e del Torino, Gastone Ballarini (Fabio per gli amici), primo portiere della storia del calcio ad entrare in campo come secondo portiere, Neno Orlandoni che andrà al Siena, Angelo Michelini che indossò la maglia dell’Arsenal Taranto in serie C, Domenico Gasparini che giocò nel Siena insieme a Neno Orlandoni, Animoso Matassini colonna dell’Anconitana e compagno di squadra del mitico telecronista Sandro Ciotti. Da citare anche Sandro Monaldi, portiere a cavallo degli anni 60 e 70 della Fermana e del Montevarchi in serie C, infine Rino Castellani ed Enzo Monaldi approdati rispettivamente alla primavera del Cesena e del Verona e poi protagonisti in diversi campionati di serie C e D e poi, per arrivare agli anni 60, sarà la volta di Marcello Riccetti, Luigi Pepa, Emilio Monaldi, Gianni Palanca e Luigi Boccolini.
Il miglior risultato conseguito dalla nostra squadra fu nel campionato 1965-’66 quando conquistò la serie D (allora quarta serie). Il campionato di promozione era suddiviso in due girone. Il Portorecanati vinse il suo, distanziando di ben otto punti i cugini della Recanatese, ed acquisì il diritto di disputare lo spareggio contro L’Urbino, vincitore dell’altro girone. Vittoria sia all’andata che al ritorno e grande soddisfazione per una comunità di meno di seimila abitanti. Il campionato di serie D venne disputato nel girone centro sud. La nostra era la squadra più a nord con trasferte proibitive sui campi abruzzesi, pugliesi e persino a Bernalda, nel cuore della Basilicata.
L’anno successivo venne inserito nel girone nord, con trasferte senz’altro più comode ma con squadre più attrezzate, tanto che si finì per retrocedere dopo un ripetuto e drammatico spareggio a tre con Fabriano e Castelmaggiore, comune del bolognese. Negli anni successivi disputammo per una decina d’anni il campionato di eccellenza, che poi riassunse la denominazione di campionato di promozione. Dopo essersi fatto onore, con il lancio nelle serie superiori di diversi giovani, in primis dei fratelli Michele e Damiano Morra, entrambi protagonisti di una lunga carriera nelle serie professioniste, nella stagione 1972/’73 retrocedemmo in prima categoria. Si rimase in purgatorio per un solo anno, quando alla guida di Vincenzo Monaldi, disputammo un ottimo campionato lasciandoci alle spalle, distanziato di otto punti la Biagio Nazzaro Chiaravalle, guidata dall’ex arancione Neno Orlandoni. In quell’anno brilla la stella di Giacomo Piangerelli, che viene acquistato dal Cesena dal quale inizierà una carriera luminosa a livello di serie A e B.
Negli anni successivi si fece la spola tra il campionato di prima categoria e quello di promozione, in cui però non riusciamo a restare più di due anni. All’inizio degli anni ’80 esordisce in prima squadra Giovanni Nalmodi, destinato a diventare il giocatore con maggiori presenze con la maglia arancione, davanti al mitico Giammario Brutto, un esempio di lealtà e abnegazione alla causa per tutti gli sportivi porto recanatesi.
Nell’annata 1985/’86 accadde quello che nessuno si aspettava: la retrocessione in seconda categoria, finendo nel novero delle nobili decadute. Ci restammo per due anni, quando risalimmo in prima categoria, dove restammo stabilmente negli anni 90, durante i quali emerge Luigi Piangerelli, fratello di Giacomo che prese anch’egli la strada del Cesena, dove iniziò una lunga carriera nei campionati di serie A e B, indossando tra l’altro le casacche del Lecce, della Fiorentina, della Triestina e del Brescia. Ma le sofferenze non erano finite.
Nel 2001 infatti rieccoci in seconda categoria. Dovettero passare tre anni per tornare in prima, con alla guida della squadra mister Giri. Nel frattempo è cambiato lo scenario Non si disputano più le partite al Nazario Sauro, ora ristrutturato a parcheggio, ma nel nuovo stadio intitolato a Vincenzo Monaldi, il vero maestro del calcio portorecanatese.
Nel campionato 2008/2009 assume la carica di presidente Arturo Maresca, imprenditore fidar dense ma da sempre amante della squadra arancione e pone la basi per la salita in promozione l’anno seguente (2009/2010), con al timone Massimo Busilacchi, battendo tutti i record in fatto di partite vinte e gol segnati.
Il primo anno in Promozione (2010/2011), subito terzo posto e nel 2011/2012 un tranquillo settimo posto. Poi nel 2012/2013 il passaggio di consegne da Maresca, che resta comunque Presidente Onorario e primo tifoso, a Fausto Pigini, che punta tutto sul giovane allenatore Matteo Possanzini. La scelta si rivela perfetta come l’annata ricca di soddisfazioni, fino all’incredibile secondo posto, che garantisce l’arrivo in Eccellenza. Grande festa in tutta la città per un risultato d’applausi.
L’anno successivo 2013/2014, la squadra sulle ali dell’entusiasmo riesce a classificarsi al nono posto. Ma il secondo anno 2014/2015, salutato Mister Possanzini, la squadra rinnovata e guidata da Tubaldi Andrea, che poi verrà sostituito da Manisera Luca, non riesce ad evitare la retrocessione.
Ritornati in Promozione, nel 2015/2016 guidati da Mister Mazzaferro, raggiunge l’ottavo posto con la filosofia di far giocare sempre più giovani del posto in prima squadra. Obiettivo della società è la valorizzazione dei giovani e perché no, togliersi qualche bella soddisfazione che non stanno mancando di certo.
Stagione 2016/2017: Confermato Mister Mazzaferro, si cerca la continuità, ma i risultati sono troppo altalenanti. Così fino alla fine si rimane con il fiato sospeso per evitare i Play-Out. Finalmente a due turni dal termine, arriva la salvezza matematica e la consapevolezza di esserci riusciti con molti ragazzi del vivaio.
E la storia continua…
AMARCORD
In piedi da sinistra: GIORGETTI Nazzareno, SCALABRONI Federico (massaggiatore) – MATASSINI Remo – PEPA Luigi (Capitano) – MATASSINI Luigi – BOCCOLINI Luigi – PALANCA Lino – GRANDINETTI Nazzareno – JONNI Cesare (arbitro di calcio di Serie A) – MORONI Pasquale (all’epoca Sindaco di Porto Recanati) – TRAVERSA Antero – MONALDI Giovanni (Allenatore)
Accosciati da sinistra: PANETTI Giuseppe – VENUSTO Natalino – PIERINI Roberto – SOLAZZI Vittorio – MONALDI Giorgio – STOCCUTO Renato (giornalista).
Rimini – Stadio Romeo Neri – 2 giugno 1964.
I ragazzi dell’Adriatica, schierati al centro del campo insieme a dirigenti, massaggiatore, allenatore ed Autorità del Porto, si gustano la conquista del titolo di squadra Campione d’Italia C.S.I. Juniores dopo aver battuto per 2 a 1 il COS Latina squadra contro la quale hanno disputato la finale.
Al termine di un torneo lunghissimo, passato attraverso fasi provinciali, regionali, interregionale e nazionale che ha visto l’Adriatica uscire sempre imbattuta da tutti gli incontri, i giovani atleti portorecanatesi centrano al primo tentativo l’obiettivo più importante.
Nata spontaneamente dall’iniziativa di alcuni giovani studenti, tra loro amici e formatasi all’interno di quella grande palestra che è l’Oratorio Salesiano, l’Adriatica conquista, sin dai primi incontri, il cuore dei portorecanatesi che accorrono numerosi a sostenere la squadra in particolare nelle partire fuori casa e creando per l’occasione un motto che diventa il leitmotiv e il portafortuna nel corso del lungo torneo calcistico: “olio, petrolio, acqua minerale, pe’ batte l’Adriatica ce vo’ la nazionale”.
Tanto che il giorno del ritorno al paese per festeggiare la conquista del titolo, alla stazione, ad attendere la squadra c’è tutto il paese.